mercoledì 21 gennaio 2015

-3 GIORNI

Mancano 3 giorni alla partenza e non so come mi sento. Pensare di essere su quell'aereo(aerei in realtà, perché ne prenderò ben tre) mi fa sentire forte e allo stesso tempo fragile, come se mi potessi infrangere in mille pezzi da un momento all'altro. Eppure non sono agitata, sono nervosa. Ogni cosa mi infastidisce da morire, e poco dopo lascio perdere anche il fastidio perché mi sento stupida a pensare di perdere anche un solo secondo di questi ultimi giorni. Anche se è difficile non perdere tempo, non annoiarmi..sono tutti a scuola o a lavoro e io sono a casa, gli amici devono studiare e vederli sembra che sia quasi un peso. Mi sembra che tutti vadano avanti e mi lascino indietro, ferma, ed è effettivamente così, la loro vita va avanti, devono fare progetti per il weekend e organizzare i prossimi giorni e io non ne farò parte, è una sensazione che ti brucia dentro. Dovrò conviverci ancora per un po', poi avrò finalmente un'altra vita anch'io, e andrò avanti in qualche modo.
Finalmente è arrivato il biglietto, e mi sto impegnando a non pensare alle 24 ore di viaggio che mi aspettano e al fatto che probabilmente non dormirò per circa 48 ore. Ma non sono agitata, forse proprio perché prima di qualche giorno fa non avevo nulla di concreto in mano.

Sto andando a realizzare il mio sogno, parto per crescere e per cambiare.

mercoledì 29 ottobre 2014

Good morning Oregon!

Ebbene sì, qualcuno ha scelto proprio me!
E quindi, dove andrò??
O-R-E-G-O-N "Beaver State", lo stato dei castori!


                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                         Un piccolo paesino nel nord-ovest, conta sì e no 1700 abitanti, ma che importa?
Io partirò e so che qualcuno sarà lì ad aspettarmi, anzi, che già mi aspetta.
Inutile dirlo, il momento in cui si viene a conoscenza della destinazione precisa e soprattutto della sistemazione è un concentrato di sensazioni che ti scombussolano interamente. C'è la gioia, ci sono le lacrime, e c'è il fatto che non sai esattamente perchè stai piangendo..se sia un bene o un male, se sia per felicità o per tristezza. E questo è a prescindere dal luogo e dalle persone di cui si è appena venuti a conoscenza, loro non centrano. Ci sei solo tu e la consapevolezza che il tutto si avvicina inesorabilmente, e non sai se vorresti partire o fermare il tempo per restare, non sai se "inesorabilmente" sia positivo o meno. Realmente hai già realizzato di partire nel momento in cui hai solo ipotizzato di farlo, perchè dopo averci pensato non torni indietro, la paura di non poter vivere una cosa tanto grande ti spinge avanti; poi paghi, e ci sei dentro di nuovo e realizzi di nuovo. Poi c'è un più o meno lungo periodo di tempo in cui aspetti qualcuno che neanche conosci, e ti sembra tutto così lungo e lento, il tempo non passa, la famiglia non arriva, inizi a pensare che ti sarà comunicata il giorno prima della partenza ma non ti chiedi quanto manchi alla tua partenza, ma quando cazzo ti arriverà sta famiglia; fantastichi dei tuoi pomeriggi a NY o LA, generalizzando così tutti gli US. Ma quando sai tutto, quando realizzi che non andrai a NY, che non è più un sogno e tutto prende forma e si concretizza sempre più, lì sei in un momento che  ricorderai per sempre, o per lo meno io credo che non si scordi un'emozione tanto grande e profonda, sensibile e inspiegabile. 

Passando alle cose prettamente pratiche, so , o per lo meno per me era così, che chi legge questi blog è curioso, diciamo che è una delle prime cose che va a guardare ecco...La hostfamily!
Allora il paese come dicevo conta all'incirca 1700 abitanti, dista un'ora e mezza più o meno dall'oceano e da Portland, la città più popolosa, poi una quarantina di minuti da Salem, la capitale, e mezz'oretta da Eugene! 
Poi la famiglia è composta da una mamma e due figli, una femmina di 14 anni e un ragazzo di 17, non so molto perchè realmente la mia agenzia non mi ha ancora informata di nulla, causa burocrazia e documenti vari. Il tutto mi è stato comunicato dalla mia futura hostmum che ha avuto cura di contattarmi su facebook! Per ora sono in contatto con lei e la mia hsister, con cui per altro andrò a scuola insieme. A quanto dice non è molto grande come HS, però probabilmente lei la vede da un punto di vista un po' diverso dal mio, quindi non mi preoccupo e anzi! Pensandoci sarà più semplice fare conoscenza e la cosa non dispiace ovviamente. A quanto pare forse potrò essere nel 12th grade, perchè dovrebbe dipendere dall'anno che dovrei frequentare qui in Italia. La partenza dovrebbe aggirarsi intorno a metà gennaio, perchè a quanto pare il secondo semestre inizierà verso la fine del mese. Prima parto meglio è, arò più tempo per prendere fiato dal viaggio e ambientarmi. Mi ha contattata anche la local, e sono molto contenta delle attività che organizzano per noi exchang tutti i mesi. Ci dovrebbe essere un viaggio di 5 giorni a Portland e Seattle!
Ovviamente oltre a questo non so molto, e spero che la mia agenzia mi comunichi qualcosa di ufficiale al più presto!
So, Oregon I'm coming!

lunedì 3 febbraio 2014

E' iniziata la trafila. Mille documenti da compilare, mille cose da fare e un solo mese per farle. L'acconto è stato pagato, quindi effettivamente, ora o parto o parto, è un patto con me stessa e sento che ormai lo devo anche ai miei genitori. 

Allora qualche giorno fa è arrivato un pacco imprevisto indirizzato proprio a me, lo apro e trovo la mia application form. Ero contentissima. In realtà ero col io ragazzo quel pomeriggio, si cioè ho un ragazzo e ho deciso di partire nonostante questo. Non so se sia un gesto di coraggio ed estrema fiducia o di pazzia. Ho iniziato a compilare tutti i fogli a matita. Avevo paura di sbagliare tutto anche nome e cognome. Ahah. Bene, diciamo che in quel primo giorno ho fatto più che in tutti quelli che sono poi trascorsi fino a oggi. Infatti qualche giorno fa ho tentato di iniziare la mia lettera, però è difficilissimo. Non so cosa scrivere, ma nel senso che non ho proprio idee, in questo momento la lingua è l'ultimo dei problemi (incredibile). Ma poi seriamente che cosa ci dovrei scrivere, è una cosa troppo importante! Devo fare la simpatica? Devo autoelogiarmi? Non lo so. Veramente. Mi sembra così impossibile dover scrivere qualcosa su di me che possa convincere una qualcunque persona a volermi con sè, perchè dovrebbe scegliere proprio me?? Cosa li spingerebbe a volermi? Dove inizio? Con cosa finisco? Che poi devo essere sincera perchè non esserlo potrebbe solo andare a mio sfavore!

Va be detto questo l'altro ieri i miei hanno scritto la loro lettera e ovviamente me la sono dovuta tradurre io!
E poi devo fare una foto alla casa (?), una con la famiglia, con gli amici...ecc...e firmare tanti documenti in cui giuro di non offendere l'America, i professori...

Però non vedo l'ora di finirlo, così inizierà la snervante attesa, e probabilmente non saprò nulla prima dell'estate. 

Se dovessi descrivere quest'ultima settimana direi che è stata strana, ho pensato agli addii in areoporto e a quanto piangerò lasciando la mia famiglia, i miei amici e il mio ragazzo; a quanto soffrirò, al fatto che non potrò abbracciare nessuno di loro per 5 mesi, e seriamente la cosa mi preoccupa. Per la prima volta sono riuscita a immaginarmi seriamente lì, immersa in quella vita, però sentivo anche una grande mancanza. Da qui, con alcuna consapevolezza in mano vedo le parti scoraggianti, quelle in cui mi chiederò perchè ho preso questa scelta nonostante io qui abbia tutte le sicurezze e tutto quello che voglio. A differenza di molti exchange students io non parto per scappare, non mi lamento di ciò che ho qui e non mi illudo minimamente di trovare qualcosa di meglio lì.Non penso di aver mai detto "non vedo l'ora di andarmene da qui", a me piace qui. Mi affascina il diverso, lo sperimentare e prendere la mia vita in mano, voglio avere le palle di buttarmi completamente. 



venerdì 24 gennaio 2014

Squilla il telefono.
"ciao chiara, come stai?"
"ciao Pa', bene tu?"
....
"volevo dirti che oggi io e mamma ci siamo fatti spedire la scaletta per i pagamenti, lunedì facciamo l'iscrizione"

Okay, calma. Non si può più tornare indietro dopo lunedì no?
Mi sento stranamente, come dire...distaccata. Mmm non avrò ancora realmente realizzato, cioè so a cosa vado in contro ma è come se non fossi veramente io quella che è consapevole delle difficoltà che dovranno essere affrontate. 
Spero solo che quest'anno sia fantastico così da non ossessionarmi nell'aprire la mail ogni 5 secondi, spero di vivere tutto al meglio, di godermelo e di fare già qui tutto quello che posso e riesco a fare, tipo provare cose nuove, come sport o arti, appassionarmi a qualcosa, renedere i legami solidi a tal punto da non avere alcuna paura di perderli.

giovedì 23 gennaio 2014

Inizia qui la mia avventura. In realtà non sono ancora iscritta ad alcuna agenzia, però sono certa che da gennaio 2015 passerò un semestre negli USA. Non so dove, se al caldo o al freddo, se in montagna o in riva al mare, se in una biggggg hfamily o in una mini. 

Un insieme di brutte notizie è arrivato inprevisto due giorni fa. 
Lunedì ho fatto l'esame di ammissione per gli USA in un'agenzia che offriva a prezzi più che ragionevoli la scelta di un'area, di una regione, di uno stato o ,addirittura, di una città. Detto questo, ovviamente i posti per la california e la florida erano già esauriti da tempo. Mi era arrivata una prima lista di stati con le varie disponibilità ecc..ecco ero, diciamo da sempre, "ispirata" nei confronti dello stato di Washington, una perfetta cobinazione tra freddo e mare. Vi erano solo più due posti, però non credevo che qualcuno me l'avrebbe soffiato. Fatto sta che a seguito del colloquio mi arriva la mail in cui mi dicono che sono idonea al programma e che in allegato vi è la lista degli stati aggiornata....eee..lo stato di Washington era e-s-a-u-r-i-t-o. Non c'erano più posti. Stavo sclerando nel vero senso del termine, ero demoralizzatissima. E questa è la prima brutta notizia. 
Nel frattempo stavo cercando, tra quelli disponibili , uno stato che potesse andarmi bene, ovvio non sarebbe stato quello di cui ero innamorata per chi sa quale ragione, ma ovviamente un compromesso ci sarebbe stato. Così decisi di scrivere alla signora dell'agenzia per chiederle informazioni per quanto riguarda le disponibilità nel secondo semestre. Magari chi sa, per qualche inaspettatissimo colpo di culo, la lista sarebbe stata diversa. 
Ho passato tutto il pomeriggio a controllare se fosse arrivata qualche risposta...ehhhh finalmente leggo che lei stessa non sapevo molto ma che mi avrebbe fatto sapere. Così 'sta mattina apro gmail ed ecco l'altra orribile notizia. "Ciao Chiara, mi hanno risposto che purtroppo per il secondo semestre non c’è la scelta area/regione/stato…mi dispiace…era un’informazione che non avevo. Ti aggiorno che non ho più posti per l’anno intero ma solo più due posti per il semestre da gennaio."

Oddio!!! Sono scoppiata impulsivamente a piangere.
E' stato tremendo. Per tutti gli exchange students non avere già qualche certezza è normale, ma quando pensi di averla e ti cade così..bè è orribile. Bene, questa esperienza ti fa crescere già prima di partire, impari come le aspettative siano stupide e ignobili. 

C'è da dire che però in questi ultimi due giorni ho scoperto il blog degli exchange students, e ne ho letti veramente troppi,  ognuno di loro mi ha fatto amare lo stato in cui ha vissuto e mi ha messo un po' la voglia, una strana voglia, di partire verso l'ignoto, quindi nonostante tutto ho la conferma che anche senza scegliere un nulla,anche nello stato che trovo all'apparenza più "inadatto", ci si può trovare bene, e ce la si fa alla fine.
Mi affascina soprattutto quella lunga e snervante attesa, quel non sapere nulla e alla fine essere esaltati per qualunque posto. Si impara a conoscere il valore di noi stessi, già da subito. 
Per ora mi scollo perchè col mio stato d'animo attuale potrei contraddirmi altre 5 o 6 volte e poi risulterei un po' troppo schizzofrenica/pazza/sclerata del tipo a cui dici "ma che problemi hai?"